Il Telefono di Antonio Meucci, Alexander Bell ed Elisha Gray
Il telefono è una delle invenzioni che hanno rivoluzionato il modo di comunicare delle persone. Basta comporre un numero e, dopo qualche secondo, eccoci collegati con l'amico che abita dall'altra parte del globo. I network telefonici oggi trasportano non solo voci, ma pagine di fax, dati, messaggi di posta e addirittura filmati.
Tre padri per una sola invenzione
Come si addice a un'invenzione così importante, la sua paternità è controversa. Tra il 1876 e il 1888 se la contesero tre inventori: gli americani Alexander Graham Bell ed Elisha Gray e l'italiano Antonio Meucci. Il primo apparecchio fu realizzato nel 1856 dal fiorentino Antonio Meucci (1808-1889), fuggito per motivi politici dal Granducato di Toscana a New York, che aveva intuito il sistema di trasformare una vibrazione acustica dell'aria in una corrente modulata lungo un filo, usando una membrana metallica messa di fronte a un magnete elettrico. Purtroppo però non poté brevettare la sua invenzione per mancanza di fondi. Il sistema fu trasformato in qualcosa di brevettabile e industrializzabile nel 1876 da Alexander G. Bell, che si occupava della rieducazione dei sordi. Nello stesso giorno, a distanza di poche ore, Elisha Gray, un fisico studioso di telecomunicazioni, chiese lo stesso brevetto. Il brevetto fu attribuito a Bell, ma poiché l'apparecchio era analogo al suo, Meucci si impegnò in una controversia legale, da cui uscì sconfitto nel 1888. Più tardi la sua priorità fu dimostrata, ma non ne ebbe alcun vantaggio perché nel frattempo i rivali avevano trovato i finanziamenti per impiantare le centrali e i collegamenti indispensabili al funzionamento di una rete telefonica. La prima centrale telefonica fu installata nel 1878 nel Connecticut (USA). Poiché all'inizio le operazioni di collegamento venivano eseguite a mano dagli operatori, il passo successivo fu quello di sostituire l'operatore con un apparecchio che garantisse la commutazione automatica. Il brevetto per il centralino meccanico fu attribuito nel 1889 allo statunitense Almon Strowger.