Guida completa all'Acquariofilia, manutenzione e consigli
Acquario Fai da te Entrando in un buon negozio di acquariofilia si può trovare tutto quello di cui abbiamo bisogno per iniziare o continuare il nostro hobby; basta solo spiegare al negoziante quali siano le nostre esigenze e subito saremo accontentati con un’abbondanza di prodotti che a volte mette in difficoltà. Ma se nonostante tutta questa abbondanza dentro di noi sentiamo che manca qualcosa, che quell’accessorio si potrebbe utilizzare in maniera differente, che quel materiale non è il più adatto a svolgere quella specifica funzione. Che sì, può andare ma si potrebbe fare molto meglio con molto meno…se tutte queste voci interiori ci assalgono, se sentiamo il brivido della sfida nascere dentro di noi la strada da percorrere è una sola: il Fai da te!!
Controllo generale del nostro acquario L’acquario è fondamentalmente un contenitore di vetro con un pezzo più o meno grande di natura al suo interno e questo mini-mondo sommerso per prosperare e regalarci emozioni ha necessità di essere pulito, curato e soprattutto controllato in tutti i suoi valori; infatti, attraverso il controllo quotidiano di certi parametri potremo agire di conseguenza per far sì che non nascano problemi nelle nostre vasche. I principali controlli che si devono effettuare sono quelli che riguardano temperatura, luce, livello dell’acqua, composizione chimico-fisica dell’acqua, densità di sali disciolti (solamente nel marino).
Il controllo della temperatura semplicemente si controlla quotidianamente la temperatura rilevata da uno o più termometri presenti in vasca ed eventualmente si agisce sul comando del termoriscaldatore. In alternativa esistono sonde di temperatura da immergere in vasca che regolano autonomamente il funzionamento dell’impianto di riscaldamento, queste sonde possono essere collegate anche ad un computer per acquari. Per quanto riguarda gli acquari marini di barriera esiste anche un problema legato al surriscaldamento dell’acqua che nel corso della giornata è sottoposta ad irradiazioni luminose di qualche centinaio di watt, per ovviare a tale fenomeno si possono installare dei refrigeratori che in presenza di un innalzamento della temperatura entreranno in funzione riportandola entro valori ottimali.
Il controllo della luce la luce ha un ruolo molto importante per l’equilibrio di un acquario e necessita di ore di buio e di luce (fotoperiodo) con una alternanza regolare e per fare ciò sarebbe improponibile dover accendere e spegnere manualmente ogni giorno alla stessa ore le luci del nostro acquario. In nostro aiuto arrivano i timer sia elettromeccanici che digitali, consistono semplicemente in un orologio che comanda una presa di corrente sul quale noi possiamo decidere quali ore alimentare la presa e quali no.
Il controllo del livello dell’acqua uno dei grandi problemi delle vasche (soprattutto quelle aperte) è costituito dall’evaporazione dell’acqua e non basta semplicemente aggiungerne dell’altra ogni tanto. Infatti evapora solamente l’acqua e non i sali contenuti in essa quindi in presenza di una cospicua evaporazione avremo una concentrazione maggiore di sali disciolti in vasca andando ad alterare il valori ottimali originariamente ottenuti. Se per un acquario di acqua dolce questo problema può essere sopportato per un breve periodo in un acquario marino questa variazione di salinità genera seri problemi per la salute e la sopravvivenza degli ospiti presenti in vasca. Per far fronte a questo problema occorre dotare l’acquario di un osmocontroller associato ad una tanica contenente diversi litri di acqua di osmosi.
Il controllo della composizione chimico-fisica dell’acqua l’acquario è un mondo dinamico nel quale interagiscono tanti fattori che inevitabilmente influenzano la composizione dell’acqua ed è quindi di vitale importanza per il benessere della vasca tenete sotto controllo determinati parametri, vediamo quali:
- il pH il cui valore indica l’acidità o la basicità dell’acqua;
- il GH il cui valore indica la durezza totale;
- il KH il cui valore indica la durezza carbonatica;
- i nitriti (No2) i nitrati (No3) ed i fosfati (Po4) il cui valore deve sempre essere tenuto sotto controllo per evitare concentrazioni tossiche di queste sostanze derivanti dalla decomposizione di sostanze organiche;
- la Co2 il cui valore indica quanta anidride carbonica è presente in vasca, questo dato è importante in caso di acquari molto piantumati e la sua presenza influenza anche il valore del pH;
- la conduttività dell’acqua che si misura in micro-siemens;
- la salinità (solo per acquari marini) che indica la concentrazione di sali presenti nell’acqua (questo valore di norma si può ottenere attraverso il controllo della densità);
- la densità(solo per acquari marini) è il dato che indica il grado di densità di sali presenti in acqua e si misura in g/cm3.
Tutti questi controlli possono essere effettuati attraverso test a reagente che si possono reperire in qualsiasi negozio di acquariofilia oppure appurati i parametri che ci interessa mantenere sotto controllo possiamo dotare il nostro computer per acquario di sonde specifiche per ogni parametro. Per quanto riguarda il controllo della densità dell’acqua in una vasca marina esistono gli appositi densimetri da installare all’interno della stessa.
Allestimento Acquario Dopo tante valutazioni, tanto studio e magari qualche notte insonne eccoci qua con la nostra vasca vuota, tutti gli accessori tecnici che abbiamo ritenuto utile inserire, un numero imprecisato si sacchi di sabbia, ghiaino, fondo fertilizzato, rocce, legni, piante e tanta voglia che tutto questo si trasformi un un acquario armonioso, il primo passo da fare è senza dubbio quello di inserire tutti questi elementi attingendo alle nostre conoscenze, al nostro gusto estetico e alla nostra fantasia.
Vediamo dunque di riassumere qualche concetto utile per l’allestimento di un acquario. Innanzitutto prima di procedere con l’allestimento è bene accertarsi che la posizione della vasca sia definitiva in quanto una volta iniziato questo lavoro sarà molto difficile se non impossibile spostarla in un secondo momento. Se abbiamo deciso di arredare la vasca inserendo pietre di medie e grosse dimensioni per simulare una rocciata (layout tipico per molti ciclidi dei laghi africani) sarebbe consigliabile interporre tra il vetro di fondo e lo strato di sabbia un foglio di pochi millimetri di policarbonato o di polistirene in modo da scongiurare che malaugurati smottamenti o il costante peso delle pietre concentrato in un unico punto (magari su pochi granelli di sabbia) possa provocare crepe. Appurato questo, la fase successiva sarà quella di posizionare il materiale di fondo; se abbiamo deciso di introdurre piante dovremo prima stendere il fondo fertile e poi lo strato di ghiaia o sabbia superiore stando bene attenti nelle fasi successive a fare in modo che lo strato sottostante non salga in superficie mescolandosi con l’altro (questo non comporta nessun rischio per l’acquario, è puramente un fatto estetico).
Nel caso di un acquario senza piante o comunque con piante che non radicano nel terreno, stenderemo semplicemente il materiale di fondo che abbiamo scelto avendo cura di lavarlo abbondantemente servendoci di un secchio dove andremo ad agitare la ghiaia o la sabbia cambiando spesso l’acqua fino che questa non resterà ragionevolmente limpida. Lo strato di fondo dipende da quali vegetali o pesci abbiamo intenzione di introdurre. In linea di massima in una vasca con piante uno strato sugli 8-10 cm è sufficiente; senza le piante possiamo fermarci a 5 cm creando un dislivello con la parte più alta in fondo alla vasca che degrada costantemente verso il vetro anteriore. Alcuni pesci hanno abitudini “edili” in quanto scavano tunnel o grosse depressioni nella sabbia; in questi casi lo strato del fondo deve essere decisamente alto per potere osservare i pesci comportarsi in maniera più naturale possibile. Una volta posizionato il fondo per continuare la nostra opera di allestimento di un acquario procederemo ad inserire legni, radici o rocce a seconda delle nostre intenzioni riguardo al layout finale. E’ sempre utile ed opportuno simulare questa operazione fuori dalla vasca provando le varie combinazioni su un tavolo o sul pavimento servendoci di un cartoncino che simuli l’area del fondo dell’acquario; così facendo eviteremo che eventuali crolli in fase di prove vadano a danneggiare i vetri della vasca. Nel caso volessimo costruire una rocciata è sempre meglio posizionare le pietre più grosse sul fondo e man mano che si sale diminuire de dimensioni delle stesse; esistono colle speciali per incollare le rocce tra di loro ma questa pratica la sconsigliamo in quanto potrebbe rendersi necessario smantellare parte della vasca per la cattura di un pesce o per ripescarne uno cadavere, e con le pietre incollate sarebbe problematico eseguire questa operazione.
Inseriti i nostri arredi procederemo con l’introduzione di acqua fino ad una altezza di circa 10 cm, Per evitare che l’acqua formi un cratere nel punto nel quale entra in vasca è utile posizionare un piatto fondo di ceramica in modo tale che l’acqua incontri la superficie del piatto ed esca dai bordi con minore forza senza creare troppi danni al fondo.
A questo punto avremo posizionato il fondo, gli arredi e parzialmente riempito la vasca; se abbiamo scelto di inserire piante, questo è il momento giusto. Andremo a posizionare le piante badando bene di togliere il cestello di plastica e la spugna con cui di solito queste vengono vendute. In caso di piante da posizionare sul fondo basta fare un piccolo buco con due dita nel fondo, spingere delicatamente la pianta con le radici nel buco, ricoprirla con un po’ di ghiaino o sabbia e tirarla lievemente verso l’alto in modo che rimangano interrate solo le radici. Per le piante che crescono sugli arredi (anubias, microsorium per citarne alcune) in attesa che le radici si leghino naturalmente sarebbe opportuno legarle con del filo da pesca assieme all’elemento sul quale abbiamo intenzione di posizionarle, una volta sviluppatesi le radici e appurata la stabilità della pianta basterà semplicemente tagliare il filo e toglierlo. Sistemate anche le piante, non ci resta che riempire la vasca fino all’altezza definitiva, collegare la pompa del filtro ed eventuali altri accessori ed aspettare che la vasca “maturi” (solitamente 3 settimane) ed iniziare gradualmente ad inserire i nostri amati pesci o invertebrati.
Illuminazione Acquario Uno degli aspetti più importanti ma spesso più ignorati nell’allestimento di un acquario è senza dubbio quello legato all’illuminazione.
Infatti in molti casi da esso dipenderà la buona riuscita o meno del nostro progetto. Innanzi tutto dobbiamo chiederci quali funzioni ha l’illuminazione in acquario e le risposte sono più di una:
- ci permette di vedere meglio pesci, piante e tutto quello che si trova all’interno della vasca;
- è uno dei fattori fondamentali della crescita di piante, coralli e alghe marine;
- con l’alternanza di ore di luce e di buio contribuisce alla stabilità del bioritmo degli esseri viventi presenti in vasca.
In commercio sono presenti una miriade di sistemi di illuminazione con le più svariate caratteristiche, quale sarà allora il tipo di illuminazione che farà al caso nostro?
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Innanzi tutto il discorso legato all’illuminazione in acquario è quasi sempre incentrato sulla presenza o meno di piante (anche se sarebbe più corretto parlare di vegetali) o coralli ma anche in un acquario di soli pesci la luce occupa un ruolo fondamentale; ci sono pesci che vivono in grotte o comunque in ambienti poco illuminati ed una illuminazione eccessiva sarebbe una fonte di stress notevole che ne modificherebbe inevitabilmente il comportamento. Un altro aspetto da considerare in un acquario privo di piante è il ruolo che queste ultime hanno nell’assorbire i nitrati trasformandoli in nutrienti per la loro crescita; in questo caso la luce aiuta la crescita, ma se in una vasca togliamo le piante lasciando una illuminazione importante sarà un invito a nozze per la crescita del terrore di tutti gli acquariofili: le alghe! Questo fenomeno può essere contrastato tenendo livelli di nitrati molto bassi attraverso frequenti cambi d’acqua o attraverso resine speciali; è anche vero che in acquari particolari dove sono presenti specie erbivore che brucano la copertura algale presente sugli arredi(rocce o legni) un’illuminazione intensa favorirà la crescita di alghe che costituiscono l’elemento base della loro dieta.
Riguardo alle piante c’è da considerare che non tutte hanno le stesse esigenze in fatto di luce; ce ne sono alcune come le anubias che vivono nella penombra e altre come la rotala macrandra che necessitano di una illuminazione intensa. Prima di scegliere la potenza del nostro sistema di illuminazione dobbiamo già avere chiaro in mente quali piante andremo ad ospitare. Una buona regola per distinguere la potenza dell’impianto di illuminazione dell’acquario è quella di dividere i watt totali di quest’ultimo per i litri della vasca parlando così di watt per litro. Solitamente, stando a questa unità di misura l’intensità dell’illuminazione si divide in questi tre valori:
- 0,2-0,3 watt per litro corrispondono ad una bassa intensità luminosa,
- 0,5 watt per litro ad una intensità media,
- 1 watt per litro ad un’elevata intensità luminosa con la quale si possono far crescere anche le piante più esigenti da questo punto di vista.
Un altro aspetto da considerare riguardo la resa luminosa del nostro impianto è la colonna d’acqua che la luce deve attraversare per arrivare sul fondo; più la colonna d’acqua sarà alta, più necessiteremo di potenza luminosa per far giungere la luce necessaria alle piante presenti sul fondo. In presenza di colonne d’acqua alte fino a 50 centimetri (misurati dal pelo dell’acqua al fondo della vasca) le classiche illuminazioni a neon sono più che sufficienti. Per aumentare l’efficienza luminosa delle nostre lampade è sempre bene dotarle di riflettori di alluminio che catturano la luce che andrebbe dispersa verso l’alto riflettendola sulla superficie dell’acqua; questi riflettori si possono trovare in commercio in varie misure ma con un po’ di manualità si possono costruire senza problemi. Oltre alla potenza luminosa c’è da considerare anche un altro parametro importante: lo spettro luminoso emesso dalla nostra lampada. Questo valore si misura in kelvin (K); è chiaro che sarà impossibile riprodurre in vasca tutte le caratteristiche della luce solare, ma ci possiamo avvicinare abbastanza a volte miscelando fonti luminose differenti in base alle nostre esigenze. Per quanto riguarda l’acqua dolce in commercio troviamo lampade che vanno dai 3000 ai 10000K, se non ci sono particolari esigenze l’ideale sarebbe stare intorno ad un valore compreso tra i 5000 ed i 6500 K, le lampade con uno spettro di 6500K sono dette anche daylight in quanto è lo spettro che più si avvicina alla luce solare. Diverso è il discorso per gli acquari marini dove avremo bisogno di lampade che riproducano particolari spettri luminosi per favorire la crescita di coralli e invertebrati marini, queste lampade, che producono una luce blu, si chiamano attiniche e vanno associate a lampade a luce bianca per fornire alla nostra vasca marina il giusto spettro luminoso.
Veniamo ora ad elencare i sistemi di illuminazione più diffusi in acquariofilia.
- Tubi fluorescenti (neon: sono senza dubbio le lampade più diffuse, composte da un tubo contenente gas che attraversato da una scarica elettrica diventa fluorescente. Per innescare questa reazione i tubi sono associati ad accenditori che devono trovare il giusto alloggio nel coperchio del nostro acquario. Si trovano in diverse misure e colori e rimangono a tutt’oggi una fonte luminosa molto valida. I tubi fluorescenti si dividono in due categorie denominate T8 e T5 e questi ultimi risultano molto più efficienti e duraturi a parità di consumo.
- Lampade a vapore lampade dove sono presenti al loro interno vapori di mercurio (HQL) o vapori di mercurio arricchiti con altri metalli (HQI). Queste lampade sono solitamente impiegate negli acquari aperti ed inserite in plafoniere sospese, sono particolarmente indicate per vasche con una colonna d’acqua importante (superiore ai 60 centimetri) e creano un effetto luminoso molto naturale. Hanno una durata maggiore rispetto ai tubi fluorescenti ma di contro hanno il prezzo di acquisto elevato ed un consumo energetico maggiore.
- Lampade a risparmio energetico sono le classiche lampade che possiamo trovare ovunque, solitamente hanno uno spettro molto caldo intorno ai 4000K ma cercando che ne sono anche da 6500K. Con una buona progettazione iniziale si possono realizzare impianti molto efficienti sia in termini di resa luminosa che di risparmio; è chiaro che non essendo nate per l’acquariofilia necessitano di una buona manualità da parte dell’acquariofilo che intenda cimentarsi con queste lampade.
- LED negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di illuminazione a LED (dall’inglese light emitting diode) e si stanno sperimentando sempre più soluzioni per ottimizzare questa tecnologia in campo acquariofilo. I vantaggi sono considerevoli sia in termini di risparmio energetico sia in termini di durata. I LED hanno una durata dichiarata di 50.000 ore di esercizio con una efficienza finale di circa il 70% rispetto al LED nuovo e questo calcolando un’accensione media di 10 ore al giorno significa che per più di 10 anni non avremo più pensieri riguardo all’illuminazione della vasca. Per il momento i prezzi di una plafoniera esclusivamente a LED sono abbastanza alti, ma considerando quello che abbiamo scritto sopra è sicuramente una tecnologia da tenere in considerazione soprattutto per il lungo periodo.
Pulizia Acquario Una volta allestito ed avviato il nostro acquario una delle operazioni più frequenti da effettuare per il suo corretto mantenimento riguarda la pulizia ed essa si divide in: pulizia dei vetri, del fondo e del filtro. Per quanto riguarda la pulizia dei vetri il metodo più diffuso è quello mediante una calamita divisa in due parti, la parte che va dentro la vasca è dotata di uno strato plastico abrasivo o due lamette mentre la parte che sta al di fuori della vasca serve per trascinare quella interna, in questo modo si toglieranno le alghe formatesi sui vetri. Sul fondo della vasca con il tempo si depositano escrementi, foglie morte e particelle di sporco, questo accumulo oltre che produrre sostanze azotate dannose per l’acquario risulta anche molto inestetico specialmente in presenza di fondo o molto chiaro o scuro. Un metodo molto efficace per eliminare questo accumulo è quello di sifonare il fondo. La pulizia del filtro interno richiede il lavaggio periodico dei materiali ad azione meccanica come spugne e lana di perlon in quanto si sporcano facilmente trattenendo una grande quantità di particelle di sporco; se questa manutenzione non è fatta con regolarità il filtro potrebbe intasarsi riducendo l’efficacia della portata della pompa e creando pericolosi accumuli si sostanze tossiche in vasca. Per quanto riguarda i materiali a filtraggio biologico (cannolicchi ceramici, anelli di vetro sinterizzato o bioballs), questi non devono mai essere lavati con l’acqua del rubinetto in quanto si ucciderebbero tutte le colonie di batteri presenti in essi. Per una pulizia periodica occorre risciacquarli con l’acqua dell’acquario e risistemarli velocemente nel filtro.
Riscaldamento Acquario Nella stragrande maggioranza dei nostri acquari vengono ospitati animali tropicali (sia di acqua dolce che salata) che necessitano di temperature ben definite e stabili e per far fronte a questa esigenza abbiamo a disposizione diversi metodi per ottenere questo risultato. Va detto che la temperatura media delle acque tropicali si aggira tra i 23 ed i 26 gradi fino ad arrivare a 27 gradi nelle acque marine intorno ai reef corallini; calcolando che in appartamento la temperatura media può variare dai 17 ai 23 gradi abbiamo la necessità di installare in acquario un elemento riscaldante con termostato che ci consenta di avere la giusta temperatura in modo costante. Il sistema più diffuso è quello di inserire in vasca un termoriscaldatore, una resistenza racchiusa in un cilindro di vetro (pyrex) a tenuta stagna collegato ad un termostato nella parte superiore; questo elemento deve essere inserito in un punto di buon movimento d’acqua (solitamente si trova in un vano apposito nei filtri interni) in modo da garantire il riscaldamento di tutta la massa d’acqua presente in vasca. Per verificare se la temperatura ottenuta sia corretta occorre inserire un termometro nel punto più lontano e controllare periodicamente la temperatura dell’acquario ed eventualmente andare ad agire sul comando del termostato alzando o abbassando la temperatura fino ad ottenere quella desiderata. Quale potenza ci occorre per riscaldare adeguatamente le nostre vasche? In linea di massima se in divario tra temperatura esterna e quella che dobbiamo ottenere si attesta sui 5 gradi è buona regola considerare 1 watt per litro d’acqua; questo significa che per riscaldare adeguatamente una vasca di 100 litri avremo bisogno di un elemento riscaldante di 100 watt di potenza.
Filtraggio Acquario all’interno di un acquario molti fattori contribuiscono a mutare le caratteristiche dell’acqua inizialmente immessa, si va dagli escrementi dei pesci, ai pezzi di vegetali e cibo in eccesso che si decompongono, particelle di fondo e arredi in sospensione nell’acqua, fino ad arrivare alla malaugurata ipotesi di avere qualche cadavere in via di decomposizione. Per non consentire a tutte queste situazioni di compromettere l’equilibrio naturale della nostra vasca avremo bisogno di dotare quest’ultima di un efficiente sistema di filtraggio.
Il filtraggio in acquario ha una funzione:
- meccanica, in quanto trattiene tutte le sostanze in sospensione rendendo limpida l’acqua;
- biologica, in quanto grazie alle colonie di batteri presenti nel filtro contribuisce a chiudere il cosiddetto “ciclo dell’azoto” trasformando l’azoto, derivante dalle sostanze organiche in decomposizione e dagli escrementi. Prima in ammoniaca poi in nitriti ed infine in nitrati che saranno assimilati dalle piante e dalle alghe;
- di ossigenazione, mediante il movimento prodotto dalle pompe all’interno del filtro creerà una corrente che coinvolgerà tutta la massa d’acqua presente in vasca che a contatto col l’aria riceverà ossigeno cedendo anidride carbonica.
Ci sono vari metodi per realizzare un sistema di filtraggio in acquario, innanzi tutto bisogna sottolineare che con l’andare del tempo ogni singolo elemento presente in vasca sarà colonizzato dai batteri protagonisti del “ciclo dell’azoto” e quindi maggiore sarà la superficie da colonizzare (rocce, legni, sfondi, materiale di fondo). Tanto più sarà efficiente questo filtro biologico naturale a tal punto che in alcune particolari tipologie di vasche (soprattutto marine) questo metodo risulta sufficiente per garantire la stabilità e la salute degli ospiti presenti in esse. Fatta questa premessa, il mondo del filtraggio si divide principalmente sul dotare l’acquario di un filtro “interno” o di uno “esterno”. Nella maggioranza delle vasche commerciali in vendita;
- il filtro interno è già inserito dentro di esse incollato sul lato corto, in un angolo o sul vetro posteriore; si tratta di un vano (solitamente in plastica) multi scomparto che ospita la pompa e l’eventuale termoriscaldatore dove l’acqua è obbligata ad attraversare tutti gli scomparti che saranno riempiti con i materiali filtranti i quali conferiscono a questi filtri una funzione sia meccanica che biologica. Questo tipo di filtraggio ha il pregio di richiedere pompe con consumi elettrici ridotti in quanto non devono vincere nessun dislivello (prevalenza) mentre di contro ha il fatto di togliere spazio all’interno della vasca e che necessita di una manutenzione frequente
- il filtro "esterno" è solitamente un contenitore con all’interno vari cestelli per contenere i materiali filtranti, mentre il coperchio è dotato di una pompa e gli attacchi per i due tubi di pescaggio e mandata. Il funzionamento è semplice: il tubo di pescaggio preleva l’acqua all’interno dell’acquario la quale finisce dentro il filtro esterno attraversando tutti i materiali filtranti per poi essere sospinta dall’azione della pompa di nuovo nell’acquario. Anche in questo caso il filtro svolge sia l’azione meccanica che quella biologica. I pregi di questo sistema sono di non occupare spazio in vasca, una manutenzione decisamente più agevole; di contro ha il costo energetico più alto rispetto ad un filtro interno in quanto la pompa deve essere sufficientemente potente per vincere la prevalenza tra il filtro(che solitamente è posto sotto l’acquario)e la vasca.
Aerazione Acquari Un aspetto non fondamentale ma in certi casi molto importante quando si progetta e allestisce un acquario è quello inerente all’aerazione. L’aerazione si ottiene mediante un aeratore che è una pompa posizionata all’esterno della vasca che aspira l’aria dell’ambiente spingendola in tubi del diametro di 4 o 6 millimetri; questo tubo finisce in vasca e termina con un diffusore microporoso che ha la funzione di scomporre l’aria in una miriade di piccole bolle che costituiscono una colonna d’aria che sale verso la superficie. Va subito precisato che non sono le bolle contenute in questa colonna ad apportare l’ossigeno in vasca, ma è la turbolenza che questa provoca sulla superficie a favorire lo scambio gassoso aiutando ad espellere l’anidride carbonica presente nell’acqua e aiutando la penetrazione dell’ossigeno in quest’ultima. In una vasca ben equilibrata con un buon movimento d’acqua superficiale (garantito dalla pompa del filtro o da una pompa di movimento) l’utilità dell’aeratore è quasi nulla specie poi se la vasca è piantumata in quanto durante il processo di fotosintesi le piante assorbono anidride carbonica ed espellono ossigeno. L’aeratore diventa importante quando in vasca verranno ospitati grossi ciclidi che richiedono un’acqua ben ossigenata. In un acquario marino, specialmente di grandi dimensioni, la presenza di un’aerazione supplementare non può che portare benefici contribuendo a ricreare le condizioni ottimali per ospitare organismi marini.