La Radio, il Telegrafo senza fili di Guglielmo Marconi
Probabilmente neppure Guglielmo Marconi (1874-1937) immaginava che la radio sarebbe diventata col tempo uno dei più diffusi mezzi di informazione e intrattenimento. Chiuso nella sua casa di campagna vicino a Bologna, lavorò a lungo per trovare il modo di inviare un segnale a distanza senza fili e, nel 1895, realizzò un apparecchio con cui spedì un fascio di onde elettromagnetiche a 2.400 metri di distanza.
Il Telegrafo senza fili
Facciamo un passo indietro. L'invenzione di Marconi si basava su alcune scoperte scientifiche in materia di elettromagnetismo, effettuate dall'inglese James C. Maxwell e da un suo allievo, il fisico tedesco Rudolph Hertz (1857-1894). Nel 1887 Hertz era riuscito a generare delle cariche oscillatorie che potevano essere trasmesse nello spazio. L'oscillatore di Hertz aprì la strada alla realizzazione di un dispositivo capace di utilizzare le onde elettromagnetiche per stabilire comunicazioni a distanza senza collegamento diretto fra trasmettitore e ricevente. Il sistema fu poi sviluppato da Marconi con l'invenzione del telegrafo senza fili, che era in grado di trasmettere messaggi radio sotto forma di segnali come quelli dell'alfabeto Morse. Poiché al governo italiano la sua invenzione non interessava, Marconi si trasferì in Inghilterra dove, nel 1896, ottenne il brevetto per il sistema di telegrafia senza fili. L'anno dopo, ne aumentò la portata fino a 14 chilometri e, nel 1901, riuscì a collegare l'Europa con l'America. Più tardi, il fisico canadese-americano Reginald Fessenden perfezionò il telegrafo senza fili di Marconi con un sistema che consisteva nel modulare le onde elettromagnetiche del telegrafo con un segnale audio. In tal modo, per la prima volta si poté inviare il suono via onde elettromagnetiche. Nel 1902 fu inaugurato un servizio radiotelegrafico transatlantico che trasmetteva i messaggi servendosi delle linee e dei punti del codice telegrafico Morse.
Onde corte e Modulazione di Frequenza
Grazie alle ricerche condotte dall'americano E.H. Armstrong, negli anni Trenta le trasmissioni radiofoniche furono notevolmente perfezionate. Si scoprì infatti che le onde radio potevano variare in lunghezza e frequenza e fu messo a punto un sistema di emessione di onde cortissime ad ampiezza fissa e a frequenza mudulabile. Riflettendosi nella ionosfera, le onde cortissime consentivano la ricezione a enormi distanze. Assegnando a ogni stazione di trasmissione un canale di frequenza specifico si evitavano le interferenze e si poteva trasmettere l'intera gamma dei suoni in segnali di alta qualità. Le radio commerciali al giorno d'oggi trasmettono tutte in modulazione di frequenza (FM), poche sono quelle rimaste in (AM). Con l'avvento del "digitale", è realtà il DAB Digital Audio Broadcasting.