Come funziona la Radio e gli Apparecchi per la Radiodiffusione
Nella radiodiffusione, una radio capta le onde irradiate nello spazio dalla stazione trasmittente. In quest'ultima, voci e suoni vengono trasformati in impulsi elettrici tramite un microfono (la corrente elettrica che ne risulta è molto debole e deve essere amplificata). Un oscillatore genera onde elettromagnetiche a frequenza molto elevata. La corrente amplificata e l'onda entrano insieme in un modulatore, che le miscela dando origine a un'onda modulata. L'antenna trasmittente invia quindi nello spazio l'onda modulata, che viene captata dall'antenna ricevente. Inizia così un procedimento inverso al precedente: il segnale elettrico viene trasformato in sonoro all'interno del ricevitore, che allo scopo è dotato di un altoparlante in grado di riconvertire l'elettricità in onde sonore.
Apparecchi e Radiodiffusione
Nel 1904 l'invenzione della valvola termoionica da parte di John A. Fleming, un collaboratore di Marconi, aprì la strada per la realizzazione di apparecchi in grado di modulare e amplificare gli impulsi provenienti da un microfono e da un apparecchio di ricezione delle onde radio. Le prime radio erano un prodotto costoso, e rappresentavano più che altro una curiosità adottata dai locali pubblici. Varso la fine degli anni Trenta la realizzazione di piccole valvole alimentate dalla corrente di rete e il potenziamento delle stazioni trasmittenti (grazie anche alla messa a punto di antenne sempre più efficaci) permisero negli Stati Uniti l'avvio della produzione in serie dei radioricevitori.
Nel secolo dopoguerra, con l'introduzione dei transistor e il perfezionamento delle tecniche di miniaturizzazione, furono commercializzate le prime radioline tascabili, in cui i suoni vengono amplificati per mezzo di una pila. La radio si avviò a diventare un mezzo di comunicazione di massa.